ARTICOLO DI FARE VELA DI OGGI:
Per la vela è certo che dal 4 maggio potranno tornare ad allenarsi gli atleti d’interesse nazionale, come ci aveva anticipato il presidente FIV Francesco Ettorre. La data successiva, per il ritorno agli allenamenti per tutti gli altri tesserati FIV, pare a questo punto che sarà il 18 maggio, a patto che siano rispettati i protocolli che la FIV stessa distribuirà ai circoli nella prima quindicina di maggio. Fare Vela ha sentito Ettorre per un chiarimento: “Il DPCM lascia spazio a diverse interpretazioni. Sono in continuo contatto con l’Ufficio Sport del Governo e CONI per poter capire meglio. Certamente ci saranno da qui al 4 maggio altri decreti esplicativi”, ci ha detto il presidente della Federvela.I Decreti interpretativi saranno fondamentali per chiarire i punti incerti del DPCM.
Cosa dice il DPCM del 26 aprile.
Dato che si potrà praticare attività sportiva individuale (corsa, ciclismo, pattinaggio, vela in deriva, surf) anche lontano da casa, purchè mantenendo le distanze sociali, sarà possibile uscire di casa e utilizzare mezzi per raggiungere la propria deriva?
Da quanto si legge nell’articolo 1f del DPCM l’attività sportiva e motoria individuale è consentita. Il problema nasce dal fatto che i circoli sportivi ancora non possono riaprire, non rientrando nelle categoria ATECO (il codice delle associazioni sportive è 93) liberate dal 4 maggio. Chi ha invece possibilità di accedere alla barca nel piazzale del circolo (che sarà chiuso) o ha a disposizione presso il proprio domicilio una deriva o un windsurf potrà usarlo, ma non è chiaro se ci si potrà spostare dal proprio Comune per praticare tale attività. Quindi, chi ha una deriva in garage e viva sul mare o sul lago potrà uscire dal 4 maggio, ovviamente da solo. Altrimenti non potrà farlo, a meno che siano autorizzati gli spostamenti da comune a comune entro il 4 maggio. Il tutto, come detto, dipende anche da dove si trova la barca, se in un circolo non accessibile o in circoli chiusi ma con parcheggi aperti ai soci. E questo è uno dei punti fondamentali per i decreti interpretativi.Gli spostamenti tra Regioni sono espressamente proibiti, se non per i motivi di estrema necessità.
Questo significa che chi ha una barca da diporto in altra Regione non potrà raggiungerla. Significa anche che, come aveva anticipato Ettorre, difficilmente si potranno avere regate nazionali prima del prossimo agosto-settembre. Le Regioni che hanno aperto alla possibilità di raggiungere le proprie imbarcazioni, dalla mattina alla sera, per effettuare manutenzione e controlli sono per ora: Liguria, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e dal 28 mattina il Veneto. Dal 3 maggio si dovrebbe aggiungere la Sardegna.
Ciò non significa che si potrà uscire dal porto, visto che l’attività diportistica dovrebbe rientrare in quella ludico-ricreativa espressamente proibita dal DPCM. Quindi, in quelle Regioni, da oggi 27 aprile e dal 4 maggio si potranno effettuare lavori di manutenzione a bordo ma non uscire in mare.
La Regione Liguria ha espressamente consentito anche la pesca sportiva. Il Governatore ligure Giovanni Toti, ha emanato un’ordinanza che recita tra l’altro: “Consentito lo spostamento individuale nell’ambito del territorio regionale, all’interno del proprio comune o dei comuni dove si trovano le imbarcazioni di proprietà, per lo svolgimento delle attività di manutenzione, riparazione e sostituzione di parti necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene. E’ obbligatorio il rientro in giornata presso l’abitazione abituale“.
Il Governatore del Veneto Luca Zaia ha espressamente fatto riferimento alla possibilità di “raggiungere le proprie imbarcazioni da tutto il Veneto per manutenzione”.
Dal 25 aprile lo ha fatto anche Nicola Zingaretti, Governatore del Lazio.Per quanto riguarda la cantieristica l’attività riprenderà in tutta Italia dal 4 maggio, a completamento delle Regioni dove già da alcuni giorni la produzione degli ordinativi era ripresa (Toscana, Marche ed Emilia Romagna comprese).
Confindustria Nautica ha commentato ieri sera con favore il DPCM del Governo.
Il comunicato: “Con la nota 0005671, sempre di oggi 26 aprile, il Ministro della Salute, unitamente ai colleghi dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, hanno scritto al Ministro dell’Interno per evidenziare che fra le “attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale che possono continuare l’attività” dovrebbero intendersi incluse quelle “orientate in modo prevalente alle esportazioni, il cui prolungamento della sospensione rischierebbe di far perdere al nostro Paese quote di mercato”.Le attività in questione, ai sensi dell’art. 2, comma 3, del DPCM 10 aprile 2020, possono cominciare a riaprire previa comunicazione al Prefetto competente per territorio e nel rispetto del “Protocollo di regolamentazione per il contrasto a il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro” siglato il 24 aprile scorso.Ai fini dell’attestazione del “prevalente orientamento alle esportazioni”, CONFINDUSTRIA NAUITCA, unica Associazione riconosciuta dal MIT come maggiormente rappresentativa, ha predisposto un form a disposizione delle aziende basato sui dati di settore elaborati dal proprio Ufficio studi.L’articolato dossier “Riapertura controllata della filiera nautica”, predisposto da CONFINDUSTRIA NAUTICA nelle scorse settimane, è riuscito nell’obiettivo di dimostrare tecnicamente il basso impatto di rischio delle attività nautiche ed è stato la condizione pregiudiziale per la valutazione di riapertura da parte dell’esecutivo.“Abbiamo per i nostri lavoratori il massimo del rispetto, per questo ci siamo particolarmente concentrati nell’elaborare ogni elemento utile a offrire le necessarie misure di tutela individuale e di controllo sanitario e definire i protocolli da adottare con i sindacati e le rappresentanze aziendali” – commenta soddisfatto il Presidente di CONFINDUSTRIA NAUTICA, Saverio Cecchi -. “Ringrazio il premier, Conte, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mario Turco, per la grande attenzione dedicata al nostro comparto”.